Terra di confine e di incontro di popoli, il Friuli Venezia Giulia si pone come crocevia di culture e tradizioni diverse, esprimendo un'alternanza paesaggistica alquanto variegata. Ciò si riflette sul comparto vitivinicolo della regione, caratterizzato dalla presenza di Denominazioni ormai famose che ne seguono l'andamento orografico. Dalle Grave della zona pianeggiante sino al litorale ed al Carso, passando per la zona collinare dei Colli Orientali e del Collio Goriziano, la coltivazione della vite è elemento intrinseco del patrimonio culturale di queste genti.
Con una storia di oltre 2000 anni, la viticoltura friulana è documentata sin dai tempi di Giulio Cesare, quando i legionari romani, divenuti pacifici coloni, si dedicarono alla coltivazione della vite sui pendii soleggiati dei Colli Orientali. Da allora i vini friulani hanno sempre goduto di fama e prestigio, grazie anche alle esportazioni guidate prima dalla Repubblica veneziana e in seguito dagli Asburgo. Purtroppo anche il Friuli non si poté esimere dal patire la potenza devastatrice della peronospora e della fillossera che colpirono l'Europa tra la fine del 1800 e gli inizi del '900. Ma già nel 1931, in collaborazione con la Stazione di viticoltura di Conegliano, vengono poste le basi per la rinascita dei vigneti friulani.
Per gli amanti del vino il Friuli Venezia Giulia offre uno scenario quanto mai diversificato ed interessante, ponendo al centro dell'attenzione vini di altissima qualità e grande personalità. Con un ampio parterre di vitigni autoctoni, che pone la regione al primo posto in Italia per il numero dei medesimi all'interno di una DOC (Friuli Colli Orientali), l'enologia friulana mette in scena una rappresentazione enoica ricca di sorprese, dove il vino è il protagonista incontrastato. Così accanto ai classici internazionali quali Chardonnay, Merlot o Cabernet, che qui esprimono la tipicità di un territorio, abbiamo una serie numerosissima di autoctoni, molti dei quali già rinomati (come il Friulano, la Ribolla Gialla, il Verduzzo Friulano, il Picolit, o il Refosco dal peduncolo rosso, lo Schioppettino, il Pignolo), altri ancora da portare alla debita attenzione del grande pubblico, ma che già dimostrano di avere enormi potenzialità espressive (si pensi ad esempio al lavoro di ripristino di antichi vitigni originali come lo Sciaglin e l'Ucelut, od il Cjanorie ed il Piculit Neri, per citarne alcuni, come visto in un precedente articolo).
Sappiamo quanto la vite prediliga la collina, dove su pendii ben esposti riesce ad assorbire direttamente i raggi del sole, traendo beneficio dalle correnti d'aria e dal naturale drenaggio delle acque piovane.

I vini prodotti nella zona dei Colli Orientali sono il risultato di un terroir particolarmente felice: i terreni terrazzati che si caratterizzano per un'alternanza di marne e arenarie godono del clima mitigato delle Prealpi Giulie e della benefica influenza del mare. I microclimi che si creano favoriscono in questa regione una viticoltura altamente qualificata, con una produzione contenuta in termini quantitativi, ma che sulla qualità lascia ben poco spazio a opinioni contrastanti. Rispetto della natura, vendemmie manuali, un uso discreto delle moderne tecniche enologiche convergono verso una naturale interazione uomo-vitigno-territorio.
A questa visione non si sottrae l'Azienda Agricola Di Gaspero, dei cugini Flavia e Umberto, che nel comune di Faedis portano avanti una tradizione di famiglia improntata sul rispetto degli equilibri fisiologici del terroir.
La superficie vitata è di circa 11 ettari, e ospita numerose cultivar (Pinot Bianco, Friulano, Ribolla Gialla, Pinot Grigio, Chardonnay, Verduzzo friulano, Picolit, Cabernet Franc, Refosco nostrano, Merlot, Schioppettino e Franconia) esposte a est e distribuite su un territorio che presenta differenti caratteristiche pedologiche. Così, se ai piedi del monte troviamo una terra ricca di minerali, vicino al torrente che costeggia la tenuta riscontriamo un terreno maggiormente limoso e sassoso, per finire con la zona più propriamente collinare dalla natura argillosa e marnosa.
Iniziamo la nostra degustazione con il vino LE CAVE,
spumante metodo Martinotti ottenuto da Ribolla Gialla, Chardonnay e Pinot Bianco.
Il PINOT BIANCO, Doc Friuli Colli Orientali, nasce da vigne di 14 anni di età racchiuse nella vallata dove le forti escursioni termiche contribuiscono a donargli una buona acidità con evidenti potenzialità di invecchiamento.
Il PINOT GRIGIO è un vino che cattura subito l'attenzione.
Il Friulano firmato Di Gaspero, DOC Friuli Colli Orientali, è un vino che esprime al meglio la tipicità del terroir e la filosofia di lavoro di chi lo produce.
Con il loro VERDUZZO Umberto e Flavia hanno dato la propria e personale interpretazione ad un altro vitigno simbolo della regione: il Verduzzo Friulano!
Il MERLOT Di Gaspero, Friuli Colli Orientali DOC, da omonimo vitigno in purezza, sosta sulle bucce per 14 giorni e riposa 2 anni in botti grandi.
Unico vino rosso in uvaggio dell'Azienda, il MONTECORDA è ottenuto da Merlot, Cabernet Franc e Refosco.
Lo SCHIOPPETTINO Di Gaspero, IGT Venezia Giulia, fermenta in acciaio per riposare poi dai 6 ai 12 mesi in barrique.
Il FRANCONIA, da omonimo vitigno, rappresenta la volontà di Umberto e Flavia di mandare avanti una tradizione legata alle vecchie contadinanze, che tendevano a realizzarne una versione un po' amabile.
Il REFOSCO DI FAEDIS etichetta nera dell'Azienda Di Gaspero è un vino di grande spessore. Dopo 14 giorni di macerazione riposa in botti di legno per 2/3 anni.
Vol. 13%
Il Refosco di Faedis etichetta bianca, è invece la versione giovane e più dinamica con cui i Di Gaspero omaggiano questo elegante rapace.
Di colore rosso rubino dai riflessi violacei e dotato di buona consistenza, offre un bouquet intenso e abbastanza complesso. Un immediata sensazione vinosa cede il passo a note fruttate di more e lamponi, seguite da sentori vegetali e speziati che si fanno strada su una scia odorosa di funghi. Il sorso è secco e sapido, si avverte una certa predominanza delle parti dure, ed un ritorno di frutto in bocca. Dotato di buona freschezza, esprime un tannino deciso, non violento, ma identificativo. Buone le sensazioni pseudocaloriche, abbastanza persistente.
Vol. 13%
E in ultimo il Picolit, che raccolto a ottobre viene lasciato macerare per 24 ore in tino per poi fermentare e affinare in acciaio...
Per concludere, un'esperienza quella vissuta in casa Di Gaspero che ci ha dato la possibilità di vedere da vicino cosa c'è dietro e dentro una bottiglia di vino, quanto questa possa raccontare delle mani e del territorio che l'hanno portata a vita, in un ambiente non semplice sotto molti punti di vista.
Come ci ha raccontato Flavia, sebbene dal 1998 l'Associazione di Faedis, raccogliendo 12 soci, si stia adoperando per una maggior valorizzazione del Refosco nostrano, i produttori della zona faticano ad affacciarsi con decisione su un mercato che vada ben oltre i confini regionali, lamentando la mancanza di un'adeguata rete commerciale che sappia spingere i loro vini in quanto identificativi di un territorio non ancora sufficientemente apprezzato.
La speranza è quindi che, al pari di altre sottozone vitivinicole italiane, anche il territorio di Faedis possa trovare il giusto peso nel comparto enoico nazionale, divenendo zona di riferimento immediatamente identificabile per la qualità dei suoi prodotti.