Immaginiamo di scattare un'istantanea del panorama vitivinicolo dei colli berici vicentini. Volendo restringere l'obiettivo sul comparto dei piccoli produttori, Tenuta L'Armoia di Andrea Pendin si rivela essere una delle realtà più consolidate e fortemente caratterizzata da un'identità ben precisa e consapevole di sé.
Sita nel comune di Montecchio Maggiore, in località Bernuffi, l'azienda - attiva dal 2010 - affianca alla produzione di vino quella di oli, farine e ortaggi, sviluppandosi su una superficie complessiva di circa 15 ettari, 3 dei quali destinati ai vigneti.

Prevalentemente Durella, Garganega e Cabernet Franc, ma anche Chardonnay, Barbera e Cabernet Sauvignon, distribuiti su tre territori di matrice diversa, a ognuno dei quali corrisponde una linea differente di produzione:

Prevalentemente Durella, Garganega e Cabernet Franc, ma anche Chardonnay, Barbera e Cabernet Sauvignon, distribuiti su tre territori di matrice diversa, a ognuno dei quali corrisponde una linea differente di produzione:
Linea Pop (Frizzi Pop, Bianco Pop e Brio Pop): da terreni basaltici.
Linea Vigne Vecchie (Gioia, Bolla e Perla): da terreni calcareo-tufacei.
Linea A+ (Chic e Freak): da terreni tufacei ricchi di trachiti.
Andrea Pendin, laurea in scienze gastronomiche, ha ben chiara l'idea del vino che vuole fare, e nell'ottica di rappresentare un modello nuovo di Vicenza vinicola, punta sul vulcanico. Dopo aver affinato competenze ed esperienze tra la Francia e l'Italia, ed essere stato affiancato inizialmente dall'enologo Davide Xodo, matura la convinzione che prima di tutto il vino va interpretato con la testa, acquistando sempre più consapevolezza del ruolo del vignaiolo all'interno del territorio e avendo ben chiara l'importanza del rapporto tra terreno e suolo, per dar vita a vini con impatto ambientale diverso. Una vera e propria armonia tra natura, territorio e la visione personale di Andrea. Selezione del terreno, esposizione solare dei vitigni contestualizzata e differenziata ed un'attenzione mirata sul suolo e sulle radici delle viti, in aggiunta ad una raccolta diversificata delle uve e a tecniche di vinificazione genuine che non ricorrono a prodotti chimici di sintesi, permettono ai vini di Tenuta L'Armonia di distinguersi per la loro naturalità, rappresentando non solo un territorio, ma soprattutto la potenzialità dei vitigni ad esprimersi con personalità propria secondo la visione del suo vignaiolo.
Per Andrea infatti il vino naturale è il vino di qualcuno, espressione di un suo proprio modo di farlo, e non solo del territorio di provenienza. E ciò lo porta inevitabilmente a rischiare, seguendo l'andamento (e a volte i capricci) di una natura che non garantisce necessariamente sempre gli stessi risultati e che non permette di affidarsi a metodi e a procedure standardizzate e da essa indipendenti.
Ecco quindi che lavorazioni del suolo diverse (sovesci, compost, concimi organici pellettati) sono funzionali alla produzione di vini diversi. Stesso discorso per la raccolta delle uve, che viene contestualizzata in base alle differenti esposizioni delle viti e al prodotto finale che si vuole ottenere.
Per cui dai vigneti esposti a sud si procede ad una lavorazione di uve più acide, laddove in quelli con esposizione a nord si aspetta una maturazione completa (e da cui si ricava il metodo classico); mentre dai filari esposti a est e ovest si raccolgono uve stramature e in alcuni casi botritizzate.
In fase di vinificazione la tendenza è di non focalizzarsi necessariamente sul monovitigno (fatta eccezione per la linea Vigne Vecchie), puntando invece sul taglio, per dar vita a vini che sappiano esprimere al meglio un proprio carattere. Non si può non menzionare poi la macerazione, alla quale si ricorre sempre, seppur con tempi e modalità differenti (per alcuni vini si ricorre alla sola macerazione carbonica, come nel caso della Linea Pop), e che contribuisce a donare ai vini quel loro carattere specifico, senza comunque spingersi verso soluzioni estreme.
Il Frizzi Pop è senza dubbio il vino d'ingresso con cui l'azienda si propone al grosso pubblico.
Vino frizzante sur lie con rifermentazione in bottiglia, è prodotto da Durella, Manzoni Bianco e Pinot Bianco (quest'ultimo lasciato in macerazione per alcui giorni). Il 2018 si presenta di un colore accattivante: un orange tenue e leggermente torbido che al naso si esprime con note fruttate e minerali, regalando in bocca sensazioni fresche e sapide dove è possibilie ritrovare quella mineralità che avevamo sentito al naso. Un vino croccante e beverino, ottimo in aperitivo ma che ben si presta anche durante il pasto in abbinamento a piatti non eccessivamente strutturati.
Il Bianco Pop rappresenta la versione ferma del Frizzi:
ottenuto da Durella, Pinot Bianco e Manzoni Bianco, dopo una leggera macerazione fermenta spontaneamente in cemento e si presenta di un giallo dorato intenso e luminoso, esprimendo al naso note fruttate e floreali di discreta complessità, evolvendosi verso aromi più corposi con richiami a sensazioni di confettura. Bevendolo si colgono subito la sapidità e la mineralità, accompagnate da una freschezza immediata che cede presto il passo a sensazioni più morbide.
A chiudere la linea Pop troviamo il Brio Pop,
da uve Cabernet Franc e Barbera che subiscono fermentazione spontanea in acciaio dopo un periodo di macerazione di circa 10 giorni. Si presenta di un rosso rubino intenso preannunciando quegli aromi fruttati e vegetali che ritroviamo in naso. Immancabile la nota minerale che accompagna piacevolmente richiami speziati. In bocca è secco e decisamente fresco. Un vino per l'appunto brioso e croccante, dal marcato carattere minerale e sapido.
L'unica linea di produzione destinata ai monovitigni, "Vigne Vecchie" si prefigge di valorizzare i vitigni di riferimento con autenticità e specificità, avvalendosi dell'età delle viti che raggiungono in questo caso anche i 76 anni, dimostrandosi in grado di esprimere al meglio le caratteristiche del terreno da cui provengono.
Raccolte in surmaturazione della pianta (in alcuni casi colpite anche da botrytis), le uve Durella, Garganega e Cabernet Franc sono i protagonisti assoluti di questa linea che, seppur presentandosi con una beva più complessa e relativamente impegnativa, ben si presta anche ai palati più inesperti.
Ottenuto da uve Durella, il Bolla è un metodo classico strepitoso.
Il vino base, dopo aver affinato parte in botti di rovere scolme e parte in acciaio, subisce la seconda fermentazione in bottiglia dove sosta sui lieviti per 36 mesi all'interno di grotte naturali. Un vino luminoso e dal perlage fine ed elegante, che al naso rivela tutta la sua complessità. Note fruttate e leggermente agrumate che si evolvono verso sentori di nocciola e orzo con chiari richiami alla crosta di pane. Mineralità marcata che si ritrova anche in bocca, dove il sorso è scattante ma elegante e cremoso.
Il Perla è ottenuto da uve Garganega,
una parte delle quali raccolte a novembre per aspettare la formazione di botritys.

Dopo due giorni di macerazione e fermentazione in botti d'acacia, affina minimo un anno in legno. Alla vista è a tutti gli effetti un orange, riservando al naso una complessità ed eleganza inconfondibili: le iniziali note fruttate cedono subito il passo a sensazioni minerali fortemente marcate, regalando sensazioni di pietra lavica e focaia. Al palato risulta subito sapido e secco con finale mandorlato, lasciando alla mineralità campo libero ad esprimersi a tutto tondo in un ruolo da prima donna che ammalia.
Chiude la serie il Gioia, a base Cabernet Franc raccolto in surmaturazione,

Gli immediati accenni fruttati si evolvono man mano verso note più speziate e minerali avvolgendosi di un manto vanigliato che chiude il cerchio.
Uno degli ultimi progetti di Andrea Pendin, la linea A+ nasce quasi per gioco dalla volontà di sperimentare la lavorazione in anfora. Due prodotti: il Freak e lo Chic, entrambi a base Durella e Chardonnay: viti che provenendo da terreni ricchi di gesso e trachiti, ben si prestano a subire una parte della fermentazione in anfora.
Il Freak è la versione ferma,
dove lo Chardonnay subisce la sola pressatura, mentre la Durella viene lasciata macerare. Alla vista è senza dubbio un orange, esprimendosi al naso con note erbacee e marcate sensazioni minerali, pur non mancando richiami vanigliati. In bocca si presenta secco e sapido con una mineralità che contribuisce a rafforzare la freschezza.
Lo Chic è invece l'interpretazione spumantizzata, con rifermentazione in bottiglia,
che Andrea ha voluto dare a questo connubio di Durella e Chardonnay. In questo caso è pero' quest'ultimo a subire macerazione, donando al vino delle tonalità che riportano sempre verso l'orange, anche se più tenui e delicate. Un vino che non tradisce le aspettative, e che dotato di grande sapidità e mineralità, si esprime sia al naso che in bocca con eleganza e finezza.
Insomma una visione del vino, quella di Andrea Pendin, che lascia poco spazio a fraintendimenti, e che esprime appieno il suo carattere "vulcanico". La volontà di valorizzare un territorio attraverso la giusta e calibrata cura dei suoli e delle viti che in essi crescono, risulta così propedeutica ad un'interpretazione personale del prodotto che si vuole ottenere, a dimostrazione del fatto che non è una zona a fare un vino, bensì la testa, la visione e la personalità del vignaiolo.
Ed è sempre in quest'ottica che si sviluppa l'ultimo, e forse il più coraggioso, progetto di Tenuta l'Armonia: "LAB". Concepito come laboratorio di sperimentazione in collaborazione con altri vignaioli (attualmente raggruppa sei produttori diversi, ma l'obiettivo è continuare a crescere), Lab vuole essere il pretesto per essere più aggregati avendo un gran sogno in comune. Creando spazi comuni, aule comuni e vinificazioni comuni, il progetto è quello di ingrandirsi, proponendosi senza timori ad un mercato in cui si è in grado di differenziarsi con prodotti ragionati sì sul territorio, ma anche caratterizzati da personalità propria. Una vera e propria rete di condivisione di conoscenze e di pratiche enologiche simili, che partendo dal vicentino vada ad espandersi ad altre zone che verranno caratterizzate ognuna da un proprio marchio particelle. Ma anche la possibilità di acquistare e condividere vigneti che altrimenti verrebbero destinati ad attività industriali, a discapito del territorio.
Un'etica ed una mission a 360 gradi quindi, che permettono ai vini di Andrea Pendin e degli altri produttori della rete, di distinguersi per una naturalità vera e genuina!
Puoi guardare l'incontro con Andrea Pendin su You Tube
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