venerdì 6 novembre 2020

Azienda Vitivinicola GIUSEPPE LECIS


Vista sul paese di Soleminis


Quando si parla della Sardegna in tavola e più specificatamente nel calice, viene spontanea l'identificazione col Cannonau e con il Vermentino, vitigni principi nel panorama enologico dell'isola, sebbene lo scenario su cui si apre il comparto vitivinicolo sardo sia ben più ampio e ricco di cultivar: dalla Vernaccia di Oristano, al Semidano, dal Carignano al Bovale (senza scordare Cagnulari, Monica, Nuragus, Nasco, Malvasia, Torbato e altri ancora), lo sfondo su cui dipingere il quadro della viticoltura sarda ben si presta a differenti prospettive regalando una tela ricca di colori e sfumature.
Ne consegue che ogni pennellata, anche la più piccola, rappresenta un tratto fondamentale e unico del dipinto, dove il singolo tocco è propedeutico ad una visione d'insieme unitaria.

                         
Veduta aerea





In quest'ottica l'Azienda Vitivinicola Giuseppe Lecis delinea con mano decisa il proprio apporto ad una scena enoica, quale quella sarda, declinata ormai in maniera sempre più variegata.



Cantina
Attiva da 40 anni l'azienda si trova in località Terra Is Paras a Soleminis, un piccolo paese a 18 km da Cagliari, presentandosi con una superficie vitata di 14 ettari, di cui 7 in pianura e 7 in collina, a 350 mt sopra il livello del mare. Il terreno sostanzialmente pietroso e povero da un lato richiede costanti cure e duro lavoro (emblematico il fatto che siano necessarie continue arature dopo le piogge per evitare fenomeni di roccificazione del terreno), dall'altro è altresì in grado di dare ottima qualità alle uve.


Il terreno collinare



Le varietà coltivate sono quelle tipiche del basso Campidano (la più vasta pianura della Sardegna): Vermentino, Nuragus, Malvasia, Moscato, Cannonau e Carignano, ma anche ChardonnayMerlot, Cabernet e Syrah, godendo di grande salubrità grazie ad un clima ventilato ed arido che ne impone basse rese.



Filari in collina

Per diversi anni la famiglia Lecis, originaria di Assemini ma presente a Soleminis ormai da tre generazioni, si è limitata alla produzione di solo vino sfuso, rimanendo perciò legata ad un mercato indubbiamente più limitato e limitante. Questo sino a 10 anni fa, quando Giuseppe, classe 1979 e laurea in enologia, decide di rinnovare l'azienda di famiglia  mettendo a frutto quanto appreso durante i suoi studi tra Trento e la Germania: si avvia verso l'elaborazione di  nuove tipologie di vino e inizia a imbottigliare, giungendo ad una produzione che l'anno scorso si è assestata sulle 15.000 bottiglie e che quest'anno si prevede raddoppiata. In quest'ottica è paradigmatica la scelta di non immettersi nei canali di vendita tradizionali  della ristorazione o della grossa distribuzione (per quanto per quest'ultima l'azienda produce una differente linea di vini), rivolgendosi  ai fruitori finali attraverso la vendita diretta in azienda e  mediante la collaborazione con alcune guide turistiche con le quali organizza numerose visite degustative in cantina. 

Giungo in cantina nel primo pomeriggio, cordialmente accolto dal padrone di casa che per prima cosa mi conduce in una passeggiata conoscitiva tra i filari ormai spogli dopo la recente vendemmia.
Le vigne più antiche hanno 40 anni circa, mentre le più giovani 10 e  per ogni vitigno sono previste piante di tre età differenti ( 30, 16, 10 anni). 

L'azienda è prettamente a conduzione familiare: ogni lavorazione sia in vigna che in cantina viene eseguita direttamente da Giuseppe (con l'ausilio di un aiutante), cercando di limitare al minimo l'utilizzo di prodotti di chimica di sintesi e puntando maggiormente su trattamenti naturali, giovando anche dell'assenza di problemi legati alla fillossera e alla tignola: concimazioni autunnali e primaverili, trattamenti liquidi con le alghe, utilizzo di rame e zolfo ed un apporto idrico equilibrato e monitorato per non inficiare la qualità delle uve, sono propedeutici alla realizzazione di un prodotto finale che sia il più pulito possibile.
Poi ovviamente come dice lo stesso Giuseppe :
"noi ci viviamo di uva: quando è necessario qualche trattamento ulteriore allora è necessario! Sennò ne facciamo volentieri a meno!"
La vendemmia viene effettuata rigorosamente a mano raccogliendo i grappoli in cassette che vengono portate in cantina ogni mezz'ora per preservare maggiormente la qualità dell'uva. Segue poi la vinificazione: in acciaio o in cemento a seconda del vino , salvo poi eventuale passaggio in legno per alcune tipologie.

Le vasche di cemento
Siamo quindi giunti al momento di assaggiarli , questi vini!
Su una barrique Giuseppe ha già disposto le sue bottiglie e due calici e non posso non cogliere una certa fierezza nel suo sguardo nel presentarmi, dopo tanto parlare di vigne e vino, il frutto del suo lavoro.











Il SEDHA, Vermentino di Sardegna Doc, è un vino bianco da uve Vermentino in purezza: 


Vermentino di Sardegna Doc

unico bianco della cantina, viene realizzato attraverso l'utilizzo di soli lieviti indigeni fermentando in acciaio a temperatura controllata.
Il 2019 si presenta di colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli e dalla discreta consistenza. Al naso si presenta floreale e fruttato (con richiami a fiori d'acacia e a frutta a polpa gialla), con sentori mandorlati accompagnati da note  minerali.
In bocca è secco e sapido, dalla freschezza decisa e caratterizzante, ma ben equilibrata da una buona morbidezza. 13% vol.
A titolo di curiosità il nome vuole essere un omaggio in lingua alla collina su cui si trovano i filari.











IS PARAS - Isola dei Nuraghi Igt - è un vino rosso ottenuto da uve Carignano 

Isola dei Nuraghi Igt da Carignano
vinificate in cemento con continui rimontaggi prolungati per 10/15 giorni.
Assaggiamo un 2017 : di colore rosso rubino con tenui riflessi granati è dotato di buona consistenza; al naso è intenso e abbastanza complesso: profumi fruttati (tra cui possiamo incontrare prugna, ciliegia e frutti di bosco) volgono verso sentori di confettura e si accompagnano ad aromi erbacei con note speziate e di sottobosco. 
Al sorso è secco e sapido, dalla buona acidità e mineralità,  tannico e vinoso, ma che tende ad ammorbidirsi facendolo respirare un po'. Un vino dalla buona struttura. 14% vol.











Cannonau di Sardegna Doc, il SOLE MINOI è un rosso da omonimo vitigno 

Cannonau di Sardegna Doc

che fermenta e affina in cemento, caratterizzandosi per un colore rosso porpora particolarmente vivido e scuro e dalla decisa consistenza. Assaggiamo un 2019.
Al naso è senza dubbio intenso e complesso, fragrante e giovane dai profumi fruttati ed erbacei si esprime altresì con sentori speziati e vinosi su note tostate e animali di tabacco e cuoio, rivelando un leggero tocco etereo.
In bocca è secco e abbastanza caldo, sapido e dalla buona freschezza con tannini decisi, volge col tempo verso sensazioni più morbide distinguendosi per la lunga persistenza. 14% vol.
Il nome rimanda, dall'antico greco, al nome del paese Soleminis.









Omaggio al figlio Giovanni, il GIUA' è un rosso da uve Cannonau che si avvale della Doc Sardegna 



Cannonau con passaggio in barrique
e che prima di essere imbottigliato fa due anni in cemento e 6/8 mesi in barrique.
Il 2015, di colore rosso granato e dalla buona consistenza, si presenta al naso abbastanza complesso: fruttato ed erbaceo dalla buona speziatura, si esprime su chiare note boisè di vaniglia e burro con sentori tostati di cacao. Al palato è secco e abbastanza caldo, sapido e dalla buona acidità con tannini levigati e buona morbidezza; un vino elegantemente equilibrato e armonico, rotondo e di corpo. 
14% vol.


  








Unico rosso che non fa cemento ma acciaio, l' ARAS è un Igt da uve Cannonau raccolte in surmaturazione e vinificate a metà ottobre 
Cannonau da uve surmature

per il quale dall'anno prossimo è previsto un taglio con uve Carignano.
Di colore rosso rubino dai riflessi violacei si distingue nel bicchiere per la particolare consistenza.
Intenso al naso, esprime profumi fruttati e vegetali su note vinose ed eteree con evidenti richiami a sensazioni che rimandano all'erba bagnata. In bocca è decisamente caldo, secco e sapido, dalla freschezza ben marcata e dal tannino che riempie la bocca. Un vino dotato di grande struttura, robusto. Annata 2019. Dedicato alla moglie Sara.
16% vol.

Tra i progetti dell'azienda (che tra l'altro produce anche olio, grappa e aceto balsamico e che si sta attrezzando per realizzare una struttura ricettiva in grado di offrire ospitalità a 360 gradi in un'ottica di enoturismo) particolarmente interessante è l'idea di spumantizzare. L'intenzione era quella di iniziare quest'anno, ma i problemi legati all'emergenza Covid - con tutto ciò che comporta anche sul piano economico - suggeriscono uno slittamento in termini temporali.


Resta comunque il fatto che Giuseppe Lecis, con un approccio diverso e per certi versi coraggioso, ha saputo in questi ultimi 10 anni ritagliarsi uno spazio personale e peculiare in un mercato eterogeneo e a volte dispersivo, proponendo con modestia e competenza vini di carattere.

I vini dell'azienda Lecis