mercoledì 10 febbraio 2021

Azienda Agricola MARCO SAMBIN

Vista panoramica sui colli Euganei


Con un andamento sinuoso e disordinato i Colli Euganei delineano un territorio caratterizzato da formazioni rocciose di origine vulcanica, dalle forme e altezze eterogenee. Un centinaio di rilievi collinari, che si elevano - come scogli nel mare -  sulla pianura veneta a Sud-Ovest di Padova, disegnano un profilo geometrico ed ordinato. Cime perfettamente coniche e isolate si alternano a pendii dolcemente arrotondati ovattando qua e là  valli  più o meno ampie marcate da strette insenature e ancora non eccessivamente urbanizzate.

La diversa origine e composizione dei terreni e l'accidentata e singolare morfologia dei rilievi sono responsabili di microclimi contrastanti che ne fanno un'isola naturalistica complessa dove convivono sul piano floristico  sia specie di ambiente caldo arido sia varietà a carattere montano o submontano. Così oltre a boschi di castagno o quercia è possibile individuare zone prative e addirittura macchia mediterranea, rendendo quest'area  un'oasi dalla rigogliosa vegetazione. 

Percorrendo i Colli Euganei non si può rimanere indifferenti al suggestivo spettacolo cromatico di un paesaggio che attinge direttamente da una tavolozza di colori naturali variegati e fortemente accesi.

Vigne sui colli Euganei
L'azzurro cinereo di un cielo autunnale in odor d'inverno fa da sfondo, lungo il nostro viaggio, alle diverse tonalità di verde e marrone dei morbidi declivi, spruzzate da macchie disordinate di fogliari rosso arancio, accentuando le forme euclidee disegnate dai filari dei numerosi vigneti qui presenti. 
Essi testimoniano lo stretto legame, antico e atavico, che si è venuto a creare tra la vite e gli abitanti della regione, espresso non solo sull'immediato piano visivo paesaggistico, ma piuttosto e soprattutto in un cosciente e coscienzioso rispetto per il territorio e le sue biodiversità; ciò si concretizza nell'impiego di pratiche agricole che tengono conto della variegata struttura e composizione di un terreno che offre a queste uve potenzialità espressive differenti.

Vigneti e colori sui colli Euganei
Lo scenario ampelografico in cui si sviluppa la trama enoica dei Colli Euganei è  ampio e vario, dipingendo un panorama vitivinicolo quanto mai diversificato. Così accanto a cultivar particolarmente identificative del territorio come il Moscato Giallo Fior d'Arancio, la Pinella ed il Serprino, per citarne alcuni dal carattere più strettamente autoctono, si incontrano varietà tipiche che qui hanno saputo trovare terreno d'elezione per forme espressive di tutto rispetto: Garganega, Tocai Friulano, Chardonnay, Pinot Bianco, Riesling Italico e così via.
L'elenco è lungo e non si ferma certo ai bianchi, proponendo un trittico di rossi d'eccellenza - Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon - che, presenti in Veneto sin dall'epoca napoleonica, son talmente di casa tra queste terre da essere ormai considerati "autoctoni naturalizzati", in grado di interpretare al meglio il terroir che rappresentano. Dotati di personalità e carattere, quando utilizzati in uvaggio secondo il taglio bordolese, danno vita a vini di grande spessore che ben poco hanno da invidiare ai cugini d'oltralpe. 

Veduta aerea dell'azienda Sambin

E' il caso dei vini prodotti dall'Azienda Agricola Marco Sambin: possenti ed eleganti, hanno saputo imporsi con determinazione ed autorevolezza su un comparto vitivinicolo in cui tanti si cimentano (sebbene con risultati differenti), diventando per questa tipologia di vino un sostanziale punto di riferimento sul territorio e non solo.

Professore ordinario di Psicologia presso l'Università di Padova e discendente della famiglia nobiliare dei Conti de Norcen di Feltre, Marco Sambin inizia la sua avventura come imprenditore agricolo nel 2002; aspirando a vivere in mezzo al verde,  dopo lungo cercare, acquista quattro differenti appezzamenti a Valnogaredo, piccola frazione di Cinto Euganeo (PD), riunendoli così in un'unica  proprietà. Mosso dal desiderio di rimettere a frutto le vecchie vigne e dopo aver frequentato un corso di sensibilizzazione al vino, entra in contatto con l'enologo Guido Busatto, col quale avvia un rapporto di collaborazione che dura tuttora. 
Terrazzamenti sui colli Euganei
Il primo passo fu certamente quello di ripristinare i vecchi vigneti, ormai abbandonati da anni e ricoperti da rovi ( le "russe") e da arbusti. Lavoro non facile, vista la conformazione dell'appezzamento che, sviluppandosi su terrazzamenti particolarmente stretti (3 metri di larghezza) e pendenti (38/40 gradi), ci porta a parlare di viticoltura estrema. 
Dopo aver estirpato le vecchie viti, e conscio di stare su una terra di rossi, Marco procedette ad acquistare nuove barbatelle di Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah, impiantandone 17.000 in meno di due mesi.  
Particolare del vigneto



Da lì a poco sarebbe stato pronto a produrre il suo primo vino, il Marcus.
In seconda battuta, volendo sfruttare al meglio il calore di cui gode la costa esposta a sud, decide di puntare anche su un bianco e nel 2012 impianta viti di Garganega

Oggi l'azienda produce circa 20.000 bottiglie, facendo affidamento su una superficie vitata di 3,3 ettari che si sviluppano sul versante meridionale del monte Versa a 50/100 metri sopra il livello del mare, con un'esposizione a Sud Sud-Ovest. Ne consegue una perfetta luminosità per una maturazione ottimale delle uve, specialmente di quelle a carattere fenolico più complesso come il Cabernet Franc e Sauvignon
Distribuzione dei vitigni
L'escursione termica tra notte e giorno, poi, contribuisce ad arricchirne il corredo aromatico.
Il terreno è vulcanico, con uno scheletro calcareo-argilloso in grado di assicurare una buona riserva idrica. Ricco di trachite e di microelementi, con una granulometria fine e di facile fratturazione,  permette alle radici di entrare rapidamente in profondità nel suolo accentuando l'impronta minerale assimilata dalla pianta.
In vigna ogni fase di lavorazione è manuale e propedeutica al rispetto del territorio e della natura. 
Potature a basso impatto, concimazioni a dosaggi omeopatici con l'utilizzo di letame da bovine da latte ( il "Preparato 500"), bassissime dosi di rame e zolfo, l'utilizzo di innovativi preparati a base di minerali, vegetali e oli essenziali, mirate operazioni di diradamento, e sovesci naturali (coltura mista di cereali, foraggere e leguminose), sono funzionali ad una fortificazione delle difese naturali delle viti e improntate ad una filosofia che ha nelle basse rese il suo leitmotiv: ogni pianta produce infatti solo 7/8 etti d'uva!

Vendemmia tra i filari
Non è un caso, pertanto, che i tagli bordolesi di Marco Sambin si siano imposti con eleganza e possanza in un panorama enoico internazionale sempre più esigente. La cura passionale per ogni singolo dettaglio che  riguarda tutte le fasi di lavorazione, siano esse in vigna o in cantina, ha permesso la realizzazione di vini dotati di forte personalità. 
Austeri e di classe, dalla grande finezza e dall'inconfutabile armonia, i Vini Marcus possono fregiarsi di numerosi premi internazionali, conseguiti nel corso degli anni: dalle medaglie d'oro al Gran Premio Internazionale del Vino Mundus Vini (il più importante concorso enologico tedesco) a quelle del Concours Mondial de Bruxelles, o del Concorso Internazionale Decanter World Wine Awards.


Vista della cantina SambinOltre alla certificazione biologica, l'azienda fa parte della F.I.V.I., la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che rappresenta la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l'autenticità dei vini italiani. 



Sebbene arrivati in cantina con poco preavviso, veniamo accolti cordialmente e fatti accomodare in un elegante sala degustazione dove notiamo subito un'anfora che già stuzzica la nostra curiosità. 
Marco trasmette nell'immediato una certa sensazione di austerità, che fin dalle prime battute si ammorbidisce nel raccontarci la sua storia. La scintilla della passione che traspare nei suoi occhi esponendoci il suo lavoro rivela una personalità genuina e al contempo ardente. Un orgoglio particolare trapela dalla descrizione dei suoi vini e  dagli aneddoti che ci espone durante la conversazione: veniamo così a sapere del suo costante impegno fisico nella cura della vigna e della cantina (basti pensare alle 17000 barbatelle piantate in meno di due mesi), nonchè delle sue abilità manuali da falegname e costruttore, espresse nella ristrutturazione del casale che ospita l'azienda e nella realizzazione di diversi complementi d'arredo visibili all'interno.
Soprattutto la fierezza si fa più viva quando, parlandoci del Marcus, ci rivela che ad un esame condotto dall'Università di Padova,  è uscito vincitore per l'annata 2006 (e poi 2012 e 2015) dal confronto col ben noto Sassicaia, secondo una serie di parametri analizzati dall'Istituto di Conegliano. 
A questo punto il desiderio di assaggiare almeno alcuni dei suoi vini aumenta notevolmente... e dire che eravamo venuti spinti fondamentalmente dalla curiosità per la sua Garganega a lunga macerazione!

Uvaggio di Cabernet Sauvignon, Franc e Merlot

LE FEMMINELLE, Trevenezie Rosso IGT, è un uvaggio di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.

Vinificato in acciaio, affina in barriques di rovere francese, presentandosi di colore rosso rubino con riflessi violacei.
Al naso si distingue per la sua giovane freschezza, rimandando a frutti rossi tra cui spiccano la marasca e il ribes, con richiami floreali di ciclamino e viola su note vegetali. Il tutto ben supportato da una trama minerale ben identificabile.
Al palato è secco e sapido, sostenuto da una buona acidità e da discreta morbidezza: i tannini esprimono il suo carattere giovane senza però risultare invadenti. Un vino abbastanza caldo e di buon corpo, dalla piacevole persistenza gusto-olfattiva .
13,5 % vol.




Il MARCUS è senza dubbio il cavallo di battaglia dell'azienda:

Uvaggio di Merlot, Cab. Franc,Cab.Sauvignon, Syrah
primo tra i vini prodotti sia in termini cronologici che in termini di medaglie vinte. 
Qui l'assemblaggio di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah esprime al meglio l'impegno e la filosofia con cui Marco Sambin si è imposto sul panorama vitivinicolo nostrano e non.
Con denominazione "Trevenezie IGT" , è vinificato in acciaio e affina per 20 mesi in barriques nuove e di primo passaggio. Di colore rosso rubino dai riflessi purpurei, esprime al naso tutta la sua intensità e complessità. I sentori di frutti rossi evolvono ben presto verso note di confettura e frutta sotto spirito, che tuttavia non impediscono di apprezzarne le note floreali di glicine.
Note vegetali (alloro su tutte) rievocano paesaggi mediterranei e caldi. Sensazioni boisé e animali con note di selvatico e di tabacco si rivelano delicatamente nel bicchiere man mano che si lascia ossigenare. Ma il tratto maggiormente distintivo è dato dalla speziatura e dalla mineralità marcate ed eleganti. Pepe e chiodi di garofano, con leggeri accenti di cannella e richiami alla grafite preannunciano al naso ciò che si troverà in bocca: un vino dalla grande struttura, intenso e possente. Secco e dalle sensazioni pseudocaloriche che non passano inosservate, avvolge con le sue note balsamiche e minerali. Dotato di ottima freschezza, presenta una trama tannica assolutamente elegante e levigata che lo rendono un vino morbido ed equilibrato, particolarmente persistente.
15% vol.


Syrah in purezza

L'ultimo rosso che proviamo è un JOHANNES del 2018, da uve Syrah in purezza, vinificato in acciaio e affinato 18 mesi in barriques di rovere francese.

Con una produzione  limitata alle annate più calde, è un vino che si presenta di colore rosso rubino scuro, non privo di riflessi violacei.
Intenso e complesso, rivela subito note fruttate e floreali che cedono agevolmente il passo a sensazioni più vegetali, speziate e animali, su un corredo minerale ben identificabile.
E' un vino secco e abbastanza sapido, dalla buona freschezza e dai tannini fini ed eleganti. Un vino morbido, di corpo e dalle  sensazioni pseudocaloriche persistenti.
13,5% vo.






Ora se è vero che l'azienda deve l'avvio della sua produzione e la fama presso il pubblico internazionale alla realizzazione di vini rossi,
è altrettanto vero che da quelle barbatelle di Garganega piantate nel 2012, è riuscita a raggiungere i medesimi risultati di qualità ed eleganza, proponendo dei bianchi che difficilmente si fanno scordare. 


Il SARAH, Trevenezie IGT, è una Garganega vinificata in bianco, che fermenta e affina per 7 mesi in tonneaux,
Garganega con fermentazione e affinamento in tonneaux

presentandosi di colore giallo paglierino con tenui riflessi verdolini.
Al naso è fruttato e floreale, dalle note agrumate e mandorlate che si sviluppano su un tessuto minerale che ritroviamo anche in bocca. 
Un vino secco e sapido, fresco e abbastanza morbido. Di buona struttura, è caldo e persistente.
13% vol.



Garganega macerata 3 giorni

Prodotto da uve Garganega raccolte a maturazione precoce e sottoposte a macerazione per 3 giorni, MARTHA è un vino frizzante sur lie.

Viene vinificato in acciaio attraverso l'utilizzo di lieviti indigeni e, dopo aver eliminato le fecce più grossolane, permane senza ulteriori travasi sui propri lieviti sino alla primavera successiva. Dopodiché viene travasato e messo in bottiglia dove inizia una leggera presa di spuma per circa 6 mesi.
Di colore giallo paglierino dai riflessi dorati, si propone con un naso complesso e intenso. Fruttato e floreale, dalle evidenti note agrumate e mandorlate, evolve verso profumi di albicocca disidratata e di confettura. Sentori di panificazione e biscotti virano su profumi nocciolati che non impediscono di coglierne la vena minerale con un costante e leggero richiamo a profumi di muschio e funghi.
Al palato è secco e sapido,  marcatamente fresco e abbastanza morbido, con una persistente e decisa sensazione di mandorla.
11% vol.



Vera e propria chicca enoica il vino Psyché -Trevenezie IGT- è tanto originale quanto rappresentativo delle enormi potenzialità  della Garganega, specie quando sottoposta a lunga macerazione.

Garganega lunga macerazione di Marco Sambin
Vinificato in anfora , dove le uve sostano sulle bucce per 7 mesi, si presenta di colore giallo dorato carico con sfumature che tendono all'ambrato, rivelando  una discreta consistenza.
Al naso è intenso e quanto mai complesso. Emergono immediatamente profumi di frutti canditi e albicocca disidratata che virano dolcemente verso sentori di frutta sotto spirito, su un sottofondo mandorlato tipico del vitigno. La vena floreale (delicata e suadente con richiami a mimosa e camomilla) e le note eteree di cera, si fondono armoniosamente con la spiccata mineralità e  la stuzzichevole speziatura che rimanda allo zafferano, non ostacolando la percezione di leggeri sentori vegetali di sottobosco. Delicate note ossidative rievocano alla mente sensazioni tipiche di uno sherry secco.
Al palato risulta secco e sapido, intenso e dotato di notevole freschezza, accompagnata da una delicata trama tannica che non ne inficia la buona morbidezza.  Un vino equilibrato, persistente e di corpo. 
10,5% vol. 

Vendemmia in casa Sambin



Insomma, una produzione di tutto rispetto che indubbiamente punta sui tagli bordolesi (ottenendo risultati davvero eccellenti), ma che strizza volentieri l'occhio alle differenti potenzialità espressive  della Garganega, declinandola sapientemente secondo diversi paradigmi. 
La produzione di casa Sambin prevede anche un altro taglio bordolese: l' Alter, da uve Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, a cui vanno aggiunti i due passiti Helena e Francisca XII, il primo da uve Garganega e il secondo da Cabernet Sauvignon. Vini, questi, che non abbiamo ancora avuto modo di provare, ma che dubito possano tradire la qualità e l'originalità riscontrate finora.