domenica 17 maggio 2020

Al Vecjo Batiram - La Trappola | VIeNIinviaggio.it

Aperitivi a San Daniele, tra crudo e Friulano


E' una bella mattina di sole, sebbene la temperatura sia ancora bassa, e San Daniele è già sveglia da un po'. Ci dirigiamo verso il centro storico bighellonando per prenderne le dovute misure,  scovando viuzze e tiepidi anfratti dove gustarci poi un buon bicchiere di vino.
Antico Palazzo Comunale e Duomo
L'antico Palazzo Comunale, affianco il Duomo
 E' l'occasione per conoscere i lati artistici di questo bel paese adagiato su una collina che, se da un lato guarda alle Grave solcate dal Tagliamento, dall'altro volge lo sguardo verso le Prealpi Carniche.
Dopo aver preso cognizione di quanto ci era offerto, riteniamo sia arrivato il momento giusto per un aperitivo, e trovandoci in via Garibaldi proprio dietro il Duomo, veniamo attirati da un'insegna a sporgere in ferro battuto:  Al vecjo Batiram. Un'altra insegna posta sopra la prima ci grida Prosciutto SD, ed in effetti come voltiamo lo sguardo verso l'ingresso, la vetrina  non lascia spazio a incertezze su cosa il locale vada ad offrire. Decidiamo ovviamente di entrare. Siamo i soli per il momento, e ci accomodiamo su due sgabelli davanti al bancone, con ben pochi dubbi su cosa ordinare: due Tocai.
Inizialmente stiamo un po' in sordina, il signore dietro il banco sembra preso dal suo da fare, tempo al tempo. Chiediamo anche un piatto di crudo (volendo si può scegliere tra salame,lardo formaggio salato)  che ci viene preparato da un altro signore  (il fratello penso io), che subito si distingue per presenza e timbro di voce. E' delicatissimo, con un bel colore uniforme tra il rosso ed il rosa, sprigiona aromi speziati rivelando al gusto tutta la sua dolcezza. Restiamo ancora quieti, guardandoci attorno, curiosi ma ancora in fase di rodaggio. Dopo tutto il bicchiere va prima avvinato. Ma mentre a me salta all'occhio il diploma di sommelier appeso al muro che ho di fronte, Alessandra mi fa notare come sulla mensola dietro il bancone ci siano due piccoli busti del Duce. Che problema c'è dico io, siamo venuti  a bere vino, non a parlare di politica. E allora beviamo!

I due Tocai con cui iniziamo sono prodotti dalla cantina Bidoli, tra San Daniele e Rive d'Arcano. Nata nel 1924, l'Azienda Bidoli è ormai alla terza generazione; nel  2002  si è trasferita nella più antica fornace del Friuli, ristrutturandola: la Fornas dai Fradis, risalente a fine '800. Qui proviamo il loro Friulano sfuso, che ci viene proposto come vino della casa a 1,20€. Che a berlo non lo diresti neppure. Non lo diresti in certe regioni, ma non qui in Friuli, ché il vino anche quando sfuso è fatto come si deve. E difatti è un buon Friulano, con un'acidità e sapidità che ci si aspetta, ma ben bilanciate da adeguata morbidezza. Molto gradevole. Constatiamo infatti come sin dal nostro arrivo qui nelle Grave ogni vino sfuso che ci sia stato proposto si sia rivelato una sorpresa per qualità e prezzo. 

Mentre beviamo e chiacchieriamo notiamo che uno dei fratelli sta appendendo delle locandine per un trio jazz. E' il pretesto per iniziare a scambiare due parole. Massimo (il nome già l'avevo intuito dal diploma appeso al muro) ci dice che ogni tanto organizzano musica dal vivo, generalmente jazz. Sembra riservato Massimo, con un'aria quasi alla De André, eppure non ci vuole molto perché si unisca a noi e ad un altro cliente arrivato nel frattempo in un piccolo circolo conviviale, dove bere un bicchiere di vino è il pretesto per fare quattro chiacchiere con chi hai di fronte. O è il contrario? mah... 
Massimo, il titolare
Il tavolo all'esternoCi spostiamo sugli sgabelli all'esterno. Il sole è già alto e riesce a riscaldare piacevolmente parte della strada su cui ci affacciamo. Si continua a bere . Dopo un altro Friulano di Bidoli alziamo un po' il tiro passando ad un Friulano della cantina Anzelin, una delle più significative della zona di Cormons (GO). €.3,50 per un gran vino che si presenta di un giallo paglierino intenso, con sentori floreali ben marcati e dei richiami vegetali. In bocca è secco, fresco e sapido, con decisa persistenza.
Insomma quella che doveva essere una pausa veloce per un aperitivo, si è prolungata in una piacevolissima mattinata in compagnia, dove il padrone di casa ha saputo elegantemente coniugare l'ospitalità con lo svolgimento di un lavoro quotidiano, dando a persone diverse e, come nel nostro caso, sconosciute, la possibilità di intrattenersi ad uno stesso tavolo in armonia, e con un buon bicchiere di vino. 

Disegni sui muri di via Cairoli
Lasciamo Massimo e il Vecjo Batiram ( che per la cronaca prende il nome dai battirame che c'erano un tempo) con un caloroso mandi, e con l'intenzione di riprendere il viaggio per salire in Carnia. Ma succede che passando per una graziosa stradina ormai ben soleggiata e con dei bellissimi disegni sui muri, non possiamo non notare l'Enoteca e Prosciutteria La Trappola


Una serie di panche in legno ed una vecchia botte marcano l'ingresso ad una bellissima sala che si sviluppa sotto delle arcate in pietra risalenti presumibilmente al 1300. Una vasta scelta di vini locali e nazionali, e le immancabili tartine col crudo, o altri affettati, in un ambiente suggestivo ma apparentemente meno alla mano rispetto al Vecjo Batiram. Sembrerebbe un po' cicciofiga (come dice la Ale). Anche i prezzi sono effettivamente più alti rispetto alla media incontrata. Ma la cosa non deve necessariamente dissuadere. Decidiamo quindi di berci un altro bicchiere di vino,optando per due calici di Friulano, che accompagniamo a del San Daniele avvolto in un grissino.

collezione di vecchi apribottiglie

Al muro risalta una collezione di tire-bouchon d'altri tempi, mentre accanto al      menù delle bollicine si scorge un piccolo cartello che invita i friulani a parlare friulano
I vecchi apribottiglie al muroFURLANS FEVELAIT FURLAN






Detto in friulano    Possiamo ben dire che in questi due giorni a San Daniele ci siamo dedicati a conoscere meglio il Friulano e le sue diverse interpretazioni. Concludiamo con un bicchiere di Ramandolo, un vino passito dolce, prodotto da Verduzzo Friulano e con decise note di frutta disidratata e mela, e il cui residuo zuccherino è ben bilanciato da una discreta acidità. Ci godiamo questo ultimo sorso, contenti e briosi, lieti di dove il nostro bighellonare ci abbia portati.